13-(European Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis)  Lione, 12 ottobre 2012 

Lannuncio è categorico. «Non esiste correlazione tra CCSVI e sclerosi multipla». 

Lo ha detto AISM da Lione, dove è in corso lEctrims (European Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis). 

Durante questo appuntamento internazionale, AISM ha presentato i risultati dello studio CoSMo , promosso e finanziato da AISM. 

Lo studio CoSMo, appena concluso, evidenzia che il 97% delle persone con sclerosi multipla non ha la CCSVI. 

Su un totale di 1.165 persone con SM esaminate durante lo studio (il più grande fino ad oggi condotto, partito nel 2010, con 35 centri coinvolti e un investimento di 1,5 milioni di euro), la CCSVI è stata riscontrata solo in 38 casi, cioè il 3,26% delle persone con SM. Linsufficienza venosa cerebrospinale cronica è presnte in 12 soggetti sani su 376 esaminati, pari al 2,13% dei casi ed è stata rilevata inoltre nel 3,10% dei casi di persone con altre patologie neurologiche: solo 6 su 226. 

«La frequenza così bassa, abbinata con l’esigua presenza di CCSVI in tutti e tre i gruppi diversi di persone analizzate, tolgono ogni possibile dubbio ed eliminano la possibilità di unassociazione tra SM e CCSVI», ha spiegato il professor Mario Alberto battaglia , presidente della Fondazione Italiana Sclerosi Multipla (FISM). «Per curare la SM e sconfiggerla è necessario percorrere altre strade». 

Giancarlo Comi, , Direttore del Dipartimento di Neurologia e Istituto di Neurologia Sperimentale, Università ‘Vita-Salute’ – San Raffaele di Milano ha ribadito che «i dati dimostrano che l’Insufficienza venosa cerebro-spinale cronica non è una patologia legata alla sclerosi multipla. Da diverso tempo la comunità scientifica aveva già escluso lidea che la CCSVI potesse essere la causa della SM, ma molti di noi ricercatori avevano ritenuto di non poter escludere a priori che questa condizione potesse avere qualche ruolo, anche secondario, tra i diversi e molteplici fattori che sono in gioco nel determinare levoluzione della sclerosi multipla. I risultati di CoSMo evidenziano che non c’è alcuna possibilità neppure per questo ruolo minore della CCSVI nella SM. Non c’è nessun motivo che possa indurre a curare la CCSVI per curare la sclerosi multipla». 

Quello della correlazione fra CCSVI e sclerosi multipla è un tema molto dibattuto, su cui malati e scienziati si sono divisi. Prontissima la risposta dellAssociazione CCSVI nella Sclerosi Multipla , che ha come presidente onorario Nicoletta MantovaniCoSMo è stata «una sperimentazione dalliter travagliatissimo sulla quale più volte abbiamo espresso le nostre perplessità. I dati ci lasciano amareggiati ma, purtroppo, per nulla stupiti». Lassociazione ha sempre contestato allo studio CoSMo i «pesanti vizi di origine e carenze metodologiche», come linsufficiente addestramento dei sonologi. 

Oggi AISM «invita ogni ricerca scientifica in atto in Italia e nel contesto internazionale a prendere atto dei risultati ottenuti da CoSMo» e sollecita Ministero e Regioni a tenerne conto nella definizione dei percorsi di cura, «nel comune interesse di tutelare la salute delle persone e di non sottoporle a rischi non motivati». 

Punto su cui CCSVI nella sclerosi multipla va allattacco, dicendo che «Cosmo non può e non deve essere utilizzato da nessun ente, soprattutto se pubblico, per ostacolare altre ricerche». 

<1) Lo studio Cosmo è stato gravato da pesanti vizi di origine e carenze metodologiche apertamente denunciate dal Prof. Paolo Zamboni quando si dimise, prendendone nettamente le distanze, dal suo gruppo di studio.  Scriveva infatti Zamboni nella sua lettera di dimissioni del settembre 2010: “In sintesi sono fortemente convinto della non fattibilità dello studio seguendo il compromesso del protocollo insegnato in modo difforme rispetto al mio da altri centri giudicati idonei alla didattica, il timing imposto per la preparazione degli sperimentatori e la conseguente rilevazione dei dati.” 

2) Uno dei due principal investigator di COSMO è il Prof. Comi, direttore del  Dipartimento neurologico e Istituto di neurologia sperimentale del San Raffaele di Milano,  il quale ha sempre e in ogni situazione possibile espresso palesemente la propria opinione pregiudizialmente negativa rispetto alla ricerca sulla CCSVI tanto che un anno fa, alla precedente edizione dellEctrims, non si seppe esimere dal rivelare alla stampa – mentre lo studio, in cieco, era appena partito – che lo studio stesso decretava la fine dellipotesi CCSVI e SM. Un comportamento tanto deontologicamente deplorevole quanto emblematico. 

3) Lo studio COSMO è stato progettato e realizzato tutto allinterno della classe neurologica, avendo scelto AISM/FISM di avvalersi per le indagini diagnostiche esclusivamente di neuro sonologi, escludendo a priori i radiologi, nonostante esistessero in tutta Italia diversi centri radiologici di eccellenza già formati allindagine della CCSVI. Questa gestione chiusa di uno studio che, occupandosi di materia vascolare, avrebbe dovuto essere invece multidisciplinare ed aperto non ci pare possa avere giovato al suo svolgimento. 

4) Sulla controversa questione della relazione tra CCSVI e Sclerosi Multipla certamente non estranea agli interessi delle case farmaceutiche – percepite da parte della pubblica opinione e dei malati come elemento di freno ad una libera ricerca sullargomento – i pesanti conflitti di interessi di molti componenti dello studio COSMO, che in alcuni casi sono contemporaneamente anche membri del consiglio di amministrazione della FISM,  destano comprensibile preoccupazione. 

L’associazione conclude che “solo la valutazione complessiva dei risultati di più studi può condurre a valutazioni conclusive. I principali gruppi di ricerca internazionali che in questi anni hanno approfondito lo studio della CCSVI (Ferrara, Buffalo – NY, Detroit, Albany – NY, San Diego – California, Cleveland, Ontario – Canada, ecc.) da tempo stanno rivolgendo la loro attenzione verso studi avanzati, inerenti la sicurezza e lefficacia dellangioplastica dilatativa venosa nei malati di SM, la genetica, la morfologia delle giugulari nei pazienti SM, segno evidente che lalta correlazione tra CCSVI e SM è data ormai per assodata.  Ricordiamo che tutti gli studi  diagnostici con flebografia, tecnica meno operatore dipendente e considerata il gold standard per l’indagine del sistema venoso, danno come risultato livelli altissimi di correlazione tra CCSVI e SM. Riteniamo quindi che Cosmo non possa e non debba in nessun modo condizionare  frenare lo sviluppo della libera ricerca biomedica. In Italia, Cosmo non può e non deve essere utilizzato da nessun ente, soprattutto se pubblico, per ostacolare altre ricerche, soprattutto se pubbliche e che rispettino tutti i criteri richiesti dalla comunità scientifica internazionale e dalle vigenti indicazioni ministeriali”. 

Qui puoi scaricare il comunicato stampa dell’Associazione: 

02 il comunicato stampa dell’associazione in risposta allo studio Cosmo

ASSOCIAZIONE SCLEROSI MULTIPLA ALBERO DI KOS - CF: 91321490376 - IBAN: IT62R0306902478100000009298