13-Farmaci contro la sclerosi multipla: un fiasco!
“Primum non nocere” è una frase latina che significa “per prima cosa non nuocere” ed è la base di qualsiasi approccio medico alle malattie. Si tratta di un’affermazione, non banale, che significa che la sicurezza di una cura deve avere la priorità su qualsiasi altro criterio che ne guida la scelta, anche rispetto alla stessa efficacia. In tempi recenti si è affermato un sistema di valutazione delle cure in generale, e dei farmaci in particolare, che tiene in considerazione un bilancio fra due fattori: sicurezza ed efficacia. A questi sempre più frequentemente si aggiunge un terzo criterio che è quello dei costi. Fatte queste premesse, risulta evidente che valutare la sicurezza di un farmaco è indispensabile e prioritario. Procedure e metodiche, regolate da apposite norme, impongono la fornitura di dati sulla sicurezza dei prodotti farmaceutici, nel momento in cui essi vengono proposti per l’uso nella pratica clinica.
Il più costoso trial clinico della storia, quello di una terapia farmacologica contro la sclerosi multipla a base di interferon beta e glatiramer acetato, è stato ‘un fiasco’.
Lo rileva una serie di editoriali sul British Medical Journal, secondo cui il sistema sanitario britannico, che ha finanziato la sperimentazione, si è fatto condizionare da pressioni esterne nella decisione di continuare a fornire la terapia. Secondo quanto riporta la rivista scientifica, il trial fu deciso dalle autorità sanitarie britanniche nel 2002, secondo uno schema che prevedeva uno stretto controllo sui pazienti che seguivano la terapia, e un rimborso da parte delle case farmaceutiche in caso questa si fosse rivelata non efficace. “Il primo rapporto sullo schema rilasciato nel 2009 ha mostrato che i risultati erano molto peggiori del previsto – si legge nell’articolo firmato da James Raftery dell’Università di Southampton – ma la commissione sul trial giudicò prematuro ridurre i prezzi”. Raftery fa notare nell’articolo che la commissione che doveva decidere conteneva quattro rappresentanti delle aziende che producevano i farmaci, e altri esperti sottoposti a pressioni esterne: “La trasparenza sarebbe stata essenziale – conclude l’articolo – per evitare quello che si è rivelato un vero e proprio fiasco”.
Fonte: ANSA, 26 Giugno 2010